I Graniti della  Sila

I Graniti della Sila

Rocce magmatiche – I graniti della Sila

Per concludere la tipologia di rocce presente su questo pianeta, completo la presentazione della mia terra, la Calabria, con la presenza in essa anche di rocce magmatiche, tra le più antiche al mondo.

La loro presenza in Calabria è in uno dei luoghi ancora incontaminati di questo pianeta e che qualcuno definì ”il polmone del Mediterraneo”.

Il viaggiatore tedesco Norman Douglas nel 1915, autore del diario di viaggio “Old Calabria” definì così la Sila «…è un venerando altopiano granitico, che si ergeva qui quando gli orgogliosi Appennini sonnecchiavano ancora sul letto melmoso dell’oceano…».

Sotto il profilo geologico, il massiccio della Sila rappresenta un frammento di catena alpina cretacico-paleogenica che sovrasta le unità più interne della catena appenninica Paleozoico da circa 300 milioni di anni fa.

Questo altopiano appartiene all’Arco Calabro-Peloritano ed in esso  è possibile riscontrare traccia di tre differenti orogenesi, a testimonianza dell’importante ruolo svolto dall’area, nel processo di costruzione della crosta continentale europea.

Nessun altro luogo al mondo ha lo stesso record geologico. Le strutture geologiche affioranti nell’area del Parco Nazionale della Sila sono il punto di comparsa di tre diverse orogenesi coincidenti nello stesso sito:

  • falde dalla crosta continentale ercinica (orogenesi ercinica: 330-300 Ma)
  • falde dall’orogenesi eo-alpina e meso-alpina (orogenesi alpina: 100-40 Ma)
  • falde dal corso dell’orogenesi appenninica (orogenesi appenninica: 25-0 Ma) 

Questa straordinaria storia geologica ha fatto della Sila un luogo particolarmente ricco e significativo dal punto di vista dell’evoluzione di molte specie di importanza internazionale, e degli habitat cui esse sono legate.

In particolare, il suo ruolo di ‘rifugio’ di specie durante le glaciazioni, dovuto all’isolamento geografico (specie che poi sono tornate a popolare altri territori settentrionali), ha fatto della Sila un importante ‘serbatoio di biodiversità’ per aree molto più vaste e lontane.

L’aver ospitato processi micro e macro-climatici unici spiega come sia oggi un punto di riferimento nel Mediterraneo, e come qui si rinvengano tutt’oggi specie con altissima diversità genetica all’interno delle rispettive popolazioni locali.

Origini, conformazione e rocce

L’altopiano è formato da scaglie di basamento cristallino ercinico e da complessi filladici paleozoici che si alternano a coltri liguridi ed austroalpine.

Si riscontra la prevalenza di rocce di tipo intrusivo (granito, granodioriti, quarzodioriti), soprattutto in prossimità del lago Cecita.

Le rocce granitoidi appaiono spesso alterate, trasformate in sabbioni scarsamente cementati (arenizzati) e in alcune zone anche abbastanza fratturate.

La permeabilità varia molto in funzione dello stato di alterazione e di fratturazione, andando da mediamente bassa a molto alta nelle zone di maggiore degradazione.

In prossimità del lago Cecita, e lungo le incisioni vallive dei corsi d’acqua, sono riscontrabili depositi continentali più o meno recenti di tipo alluvionale (ghiaia, conglomerati e sabbie di origine fluviale), argille e prodotti di dilavamento derivati dall’alterazione e dal disfacimento delle rocce cristalline e metamorfiche e depositi di tipo lacustre (limi, argille, sabbie).

Le cime di alcuni monti, come Botte Donato (1.928 m) e Serra Stella (1.813 m), sono circondate da sedimenti morenici che testimoniano l’azione operata dai ghiacciai fino a circa 10.000 anni fa.

Il fianco orientale della Sila decresce regolarmente verso il bacino di Crotone, ed è a volte interessato da un complesso sistema di faglie probabilmente relazionato alla tettonica salina indotta dai diapiri di sale del Messiniano.

Il fianco meridionale della Sila è controllato dalla presenza di un sistema di faglie E-W che definisce la fossa di Catanzaro.

Verso ovest, il massiccio della Sila scende abbastanza regolarmente verso il bacino del Crati, orientato secondo una direttrice strutturale N-S. Quello del Crati è un bacino estensionale riempito da una successione sedimentaria che va dal Miocene al Pleistocene.

Alcune delle faglie all’interno e lungo i fianchi del massiccio della Sila testimoniano un’elevata sismicità dell’area.

La storia evolutiva del massiccio della Sila mostra un rapido raffreddamento delle rocce cristalline del basamento tra 35 e 15 milioni di anni fa, come effetto di una distensione crostale e di processi di erosione subaerea.

Il successivo sollevamento quaternario della Sila è testimoniato da gradinate di terrazzi fluviali e marini localizzati, rispettivamente, nella valle del Crati e lungo la costa ionica della Calabria.

Le velocità di sollevamento relative all’analisi di questi terrazzi sono comprese tra 1 e 0,4 mm/a.

Rilievi e valli

I versanti della Sila sono caratterizzati da un paesaggio costituito da incisioni vallive profonde, strette e dai versanti molto ripidi, alternate a interfluvi ampi e rotondeggianti.

Tale paesaggio contrasta fortemente con quello della sommità del massiccio, che presenta una morfologia leggermente ondulata caratterizzata da modesti rilievi e valli ampie, svasate e poco incise.

Queste caratteristiche, tipiche di paesaggi sviluppatisi in prossimità del livello del mare e in condizioni di stabilità del livello di base, contrastano con la quota a cui si trova attualmente la sommità del massiccio silano.

La morfologia è stata interpretata come eredità di un antico paesaggio (paesaggio relitto o paleo-paesaggio) formatosi prima del tardo Pleistocene inferiore, ossia prima dell’aumento del tasso di sollevamento che caratterizza il Pleistocene medio e superiore.

Infatti, i fiumi stanno incidendo profondamente i versanti del massiccio silano proprio in risposta a questo sollevamento recente, ma nella loro azione erosiva regressiva non hanno ancora raggiunto il paesaggio relitto.

Il Parco Nazionale della Sila si estende in tre Province (Catanzaro, Cosenza e Crotone) e 71 Comuni. Il territorio comprende il vasto altopiano omonimo, che possiede paesaggi molto variegati con morene glaciali, laghi e sorgenti.

Grazie alle sue caratteristiche morfologiche e geografiche, la Riserva della Sila ospita una grande varietà di ambienti naturali con differenti microclimi, che assicurano una biodiversità molto importante in tutta la regione biogeografica del Mediterraneo e ricca di specie endemiche rare.

Nonostante le interazioni centenarie tra gli uomini e la natura, il paesaggio ha mantenuto un rapporto armonioso.

Sono 385 mila circa gli abitanti, dediti soprattutto all’agricoltura, alla silvicoltura e all’allevamento (viene ancora praticata la transumanza del bestiame, ossia la migrazione stagionale di animali dalle montagne alle pianure costiere in inverno e viceversa).

Inoltre, è stata riconosciuto dall’Unesco come  “Riserva della Biosfera” (è possibile consultare il sito del Programma UNESCO “Man and Biosphere”).

 Il Parco Nazionale della Sila è visitato ogni anno da molti turisti e 10 sono i musei all’attivo ed aperti tutto l’anno.

Ritrovamento della Pietra

In uno di questo comuni posseggo una piccola villetta situata dinnanzi ad uno di questi laghi, l’Ampollino.

In una delle solite passeggiate quotidiane, sempre operosi ed attenti nella ricerca, uno dei due miei figli, il minore sapendo della mia passione per quest’arte, mi portò correndo una pietra ed esclamando: “ Una Madonna papà”.

Allora, aveva sei anni e non i 14 di oggi, ma la sua ricerca continua, magari maggiormente distratta dalle attività adolescenziali, ma continua……!

Quando l’ebbi fra le mani evocai una figura, ma per non distruggere l’entusiasmo di un bambino confermai la sua versione che fosse la Madonna.

Ancora oggi  continua ad essere la stessa versione, ma stavolta per non cancellare un ricordo vivo e nostalgico che mi porto dei mie figli, ovunque sia.

Essa fa bella figura nel bagno signorile di casa, in cui il suo rosso si intona perfettamente alle mattonelle in stile romanico di travertino e granito, con la certezza di  proteggere e benedire  chiunque pratichi quest’arte  e veda anche in un sasso un’origine spirituale e benevola.

Caratteristiche della pietra | Porfido granitico

Tipo: roccia magmatica ipoabissale
Chimismo: rocce persiliciche (silice > 65%)
Ambiente di formazione: rocce ipoabissali (media pressione e media temperatura)
Aspetto: colore chiaro, grigio, roseo, spesso rosso. Struttura da massiccia a zonata con frequenti cavità (miaroli). 

I porfidi sono rocce magmatiche effusive con chimismo sialico. Sono caratterizzati da quarzo, feldspato, biotite e plagioclasio; hanno struttura e tessitura porfirica con grossi fenocristalli di quarzo e di feldspato immersi in una pasta di fondo microcristallina o vetrosa.

Derivano da grandi colate ed esplosioni di vulcani di tipo fissurale. Vengono utilizzati come materiali da costruzione e come pavimentazioni stradali.

Aldo Marchese © RIPRODUZIONE RISERVATA

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