“Sul finire del pomeriggio” “FADING AFTERNOON”: UN CASO DI ESPOSIZIONE IMPROVVISATO ‘SHINO-DANA’

Tutto era in ordine. Dopo alcune ore trascorse a disimballare le pietre e gli elementi espositivi di accompagnamento, stabilire lo spazio, predisporre e posizionare accuratamente ogni reperto e la scheda di etichettatura corrispondente, valutare l’aspetto complessivo della mostra e decidere gli ultimi spostamenti nella collocazione di alcuni espositori, tutto era pronto per l’inaugurazione della mostra suiseki, grazie all’assistenza degli organizzatori e al contributo di un pugno di amici amatori delle pietre (*). Ci sono stati concessi 30 metri lineari di bancone; quindi, secondo la mia personale linea guida il rapporto medio suggerito di “1 metro lineare = 1 pietra”, lo spazio per le 27 pietre in mostra era adeguato. Inoltre, il livello di qualità delle pietre e dei display era al di sopra della media.

(*) Nota: devo lodare e ringraziare in particolare l’esauriente contributo di Jaime Molins, membro del gruppo di lavori suiseki sempre operativo di Parla (Madrid).

Ma… tutto qui? Uno dei due banconi presentava uno spazio vuoto di circa 1,5 metri. Ahimè! Pochi giorni prima, gli organizzatori, Asociacion Bonsai Alhambra (Granada, Spagna), avevano riferito che alcuni neofiti locali di suiseki avevano raccolto pietre in luoghi vicini e avrebbero avuto piacere di esporne alcune, se fosse stato possibile.

Quando ho ricevuto le foto e le misure delle pietre, ho avuto l’impressione che fossero per lo più di colore biancastro e/o crema e forse un po’ piccole. Tuttavia, questa sarebbe stata la prima mostra nazionale suiseki a Granada e poteva essere un’opportunità per attirare alcune persone nella confraternita degli amanti dei suiseki e rafforzare l’interesse di questi nuovi arrivati. Quindi, avevo suggerito di rimandare la decisione finale al momento dell’allestimento della mostra. Meglio che rifiutare, dovevo considerare mentalmente due opzioni: un arrangiamento ichi-dana di gruppo e, più difficile ma anche più attraente, un’esibizione chigai-dana a sé stante. Lo spazio vuoto era stato conservato per queste pietre.

Quando sono arrivate le pietre “raccomandate”, le ho esaminate attentamente e ho preselezionato un gruppo di circa 7 pietre; solo una di loro era scura, ma le dimensioni potevano essere conformi per un chigai-dana autonomo, a condizione che ne fosse disponibile uno. Me ne è stato offerto uno ancora inutilizzato ma a mio avviso sembrava troppo grande.

Mentre riflettevo sull’argomento, mi sono recato all’adiacente mostra di bonsai e questa passeggiata si è rivelata fruttuosa: un gruppo di bonsai shohin e mame era stato sistemato in una chigai-dana; gli alberi erano piuttosto belli, ma ho pensato che sembravano scrificati nell’espositore. Poiché l’espositore degli alberi era proprio lì, dopo un’amichevole discussione sulla sua esibizione, ho suggerito di scambiare il suo shino-dana con quello che avevo messo a disposizione. Abbiamo provato e realizzato che l’esposizione dei bonsai è migliorata con lo scambio e, d’altra parte, ero fiducioso che il supporto più piccolo avrebbe giovato a quella dei suiseki, se si fosse ottenuta la corretta selezione e disposizione delle pietre.

È stato un primo passo positivo, ma il secondo step si è dimostrato essere una sfida più difficile. Sono apparse evidenti solo le posizioni 1 e 4: rispettivamente un’unica pietra a forma di picco montano (25 cm) e una pietra figura che rappresentava un pellegrino (15 cm di altezza), ma per quanto riguarda le altre tre posizioni? E poi è arrivato un aiuto inaspettato (fortuna, dharma?). Qualcuno ha presentato una bellezza assoluta e singolare sotto forma di una pietra nera minimale (solo 8 cm), chiedendo il mio parere in merito. Era assolutamente chiaro che la pietra e il suo supporto erano cinesi e la parte rotonda più scura e superiore sembrava sospesa su un sottile strato di nuvole, lasciando uno spazio vuoto intermedio. Era anche assolutamente chiaro che questa pietra se esposta da sola difficilmente poteva essere veramente vista e apprezzata. E istintivamente ho sistemato la pietra in posizione 2, per attribuire l’altezza giusta per il suo apprezzamento ottimale. In quel momento tutto aveva un senso!

Per la posizione 3 è stata scelta un’altra pietra montagna (20 cm) che rappresenta un livello intermedio nel paesaggio, ma la posizione 5 è apparsa più difficile; alla fine una pietra scura a forma di pesce (16 cm) sembrava una seconda migliore opzione accettabile: sebbene un po’ troppo grande per l’intera composizione, la sua forma e il suo colore, anche con le abbondanti linee bianche, si adattano adeguatamente alla narrativa proposta.

Foto 1: ‘Fading Afternoon’ espositore (foto: Jaime Molins)

Particolare delle pietre nella composizione, in ordine decrescente:

  1. Montagna velata
  2. La notte si avvicina
  3. Gola di montagna
  4. Monaco errante
  5. Pesce

Quando guardo la foto della mostra, immagino che la maggior parte dei lettori considererà errata la mia scelta del nome per la composizione (Sul finire del pomeriggio – “Fading Afternoon”) invece di “Alba – Sunrise” o “Tramonto – Dawn”, poiché in genere associamo la luminosità al giorno (e all’alba) e l’oscurità alla notte (e al tramonto).

Si prega di notare che nelle arti visive (e non solo in esse) l’ordine compositivo/realistico non è sempre lo stesso dell’uso/l’ordine di ‘lettura’. Quindi, permettetemi di attirare la vostra attenzione sulla posizione 4 (“il monaco errante”): sembra che cammina stancamente a sinistra (posizione convenzionale di ovest e tramonto). Ora, guardate la posizione 5 (“il pesce”): magari si  può pensare a un luogo di riposo dove fare una cena frugale e riempire un vaso di acqua corrente per preparare l’ultimo tè della giornata. E poi, saliamo alla posizione 2, il nostro elemento chiave: è oscuro, incerto e annuncia l’avvicinarsi della notte e invita il pellegrino a trovare presto una capanna o un rifugio per riposarsi. Quindi, queste tre posizioni contengono il nucleo della narrazione, suggerendo un momento vicino a un tramonto in modo più adeguato che a un’alba.

E per quanto riguarda le posizioni 1 e 3? Tralasciando i nomi individuali assegnati dai proprietari, entrambe le pietre sono da inserire nel tipo ‘yamagata’ (forma di montagna). Quello posto in posizione 1 è il più grande della composizione e quasi simmetrico; anche se è un po’ più scuro di quello in posizione 3 che suggerisce una montagna più vicina, o una parte di essa. Si percepisce subito la tenue tonalità di colore rispetto all’altro sottogruppo di pietre.

Specialmente sulle coste mediterranee e in estate il mix di calore, nebbia e polvere produce il fenomeno chiamato in spagnolo “calina” o “calima” e che corrisponde alla parola inglese “haze” (foschia). La foschia forma uno strato che inizia a livello del suolo e parallelo ad esso che si apprezza meglio a lunga distanza. Edifici, colline e montagne sono completamente o parzialmente velati dalla foschia, quindi diventano sfocati o nascosti e l’immagine rimanente appare pallida e molto spesso biancastra o grigio-bluastra. In queste circostanze, è normale che le parti superiori delle montagne mostrino un colore un po’ più scuro rispetto alle parti inferiori, e ciò si riflette nella differenza di tonalità di colore tra le pietre in discussione. Dopo questo, provate a leggere la composizione dall’alto verso il basso. Spero che vi divertirete.

Foto 2: Costa mediterranea con foschia

(Si prega di notare come le nuvole vere alte siano diverse dagli strati di foschia simili a nebbia bassa, che si arrampica dal livello del mare fino al di sopra delle cime. Si può anche notare che le cime più alte sembrano un po’ più scure delle pendici)

Inutile dire che la foschia si produce più spesso in circostanze di temperature elevate (es. estate) e nelle zone costiere e, sebbene possa essere vista all’alba, si sviluppa e aumenta durante il giorno fino al tramonto. Quindi, le pietre e le posizioni 1 e 3 non solo forniscono l’elemento di kigo (indicazione stagionale), ma integrano anche l’indicazione del momento all’interno della giornata.

In spagnolo, questo display ha ricevuto il nome “Atardecer” che fa riferimento più a un momento della giornata che a un punto al suo interno; è quando la luce del sole inizia a calare, anche se è ancora giorno. In inglese, può essere considerato corrispondente al passaggio dal pomeriggio alla sera, quindi il termine “Sul finire del pomeriggio” (Fading afternoon) mi sembra appropriato.

Vorrei rivolgere un commento al chigai-dana utilizzato per questa composizione. È stato realizzato in Spagna e il suo design semplice, leggero e privo di ornamenti emana un indiscutibile carattere wabi che aiuta a concentrarsi sulla composizione in quanto tale. Da segnalare anche il suo colore nocciola che armonizza perfettamente con il tono generale del momento.

Ora, vorrei proporre di dare una seconda occhiata alla composizione, prestando attenzione non alla scena suggerita o ai suoi elementi, ma al simbolismo sottostante in termini di yin (nero, oscuro, notte) e yang (bianco, chiaro, giorno). Apprezzerete che le pietre nelle posizioni 1 e 3 impostano una zona yang superiore, mentre quelle nelle posizioni 2 e 5 impostano una zona yin inferiore. Inoltre la pietra yin in posizione 2 si trova all’interno della zona yang, mentre la pietra yang in posizione 4 si trova all’interno della pietra yin, svolgendo rispettivamente il ruolo di “yin dentro yang” e “yang dentro yin”. E avete notato il ruolo fondamentale svolto dalla piccola pietra in posizione 2?

È molto probabile che alcuni di voi pensino che il fondale dell’esposizione non avrebbe dovuto essere di legno, ma di un colore chiaro e semplice, e sono d’accordo. Ma il vero kazari cerca di usare ciò che è a disposizione per ottenere il miglior risultato possibile. Comunque, scusatemi.

È stato un fantastico momento emozionante quando abbiamo potuto guardare l’esposizione  appena terminata, dopo un lavoro fisico e mentale di più di un’ora di dedizione intensa ed esclusiva. I miei colleghi che hanno collaborato hanno condiviso il mio divertimento, consapevoli che, essendo stato preparato da elementi forniti da raccoglitori separati, è improbabile che venga replicato in futuro. Questa è solo impermanenza, un momento unico che rimarrà nella mia memoria per sempre. Nelle migliori parole di Naosuke, “ichi go, ichi e” (“un’occasione, una volta sola”).


Fading afternoon,

tiredly; looking for rest

sun and monk walk.


Al atardecer,

cansados; al descanso

caminan sol y monje.

————-

Sul finire del pomeriggio,

stancamente; in cerca di riposo

sole e monaco camminano.

(agosto-2022) di Jesús Quintas, ‘qseki’ (Spagna)

Traduzione a cura di Aldo Marchese e Laura Monni

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